Al Sundance Film Festival 2011 è stato accolto con entusiasmo dalla critica vincendo il Premio Alfred P. Sloan, e la sua protagonista, l’attrice Brit Marling, si è aggiudicata il premio come miglior attrice al Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna. Ora Another Earth arriva nelle nostre sale, pronto a stupire anche il pubblico nostrano.
Dopo opere illuminanti come Donnie Darko (2001) ed il più recente Moon (2009), la pellicola diretta dal giovane Mike Cahill è un’ulteriore dimostrazione che per fare un buon film di fantascienza non servono necessariamente tanti soldi ed effetti speciali mozzafiato. Another Earth ha tutto il fascino del prodotto indipendente, e come tale è depositario di innumerevoli elementi che vanno ben oltre il cinema di genere.
La storia racconta il dramma di Rhoda (Brit Marling), studentessa dalle brillanti capacità e straordinario interesse per l’astrofisica, condannata al rimorso per aver accidentalmente ucciso la moglie ed il figlioletto del compositore John Burroughs (William Mapother). Fatalmente collegata al tragico evento l’improvvisa comparsa nel cielo di un pianeta in tutto speculare al nostro.
La fotografia, curata dallo stesso regista, è rarefatta e tiene la pellicola sospesa in una dimensione quasi ultraterrena e carica di tensione.
Il corpo celeste che si fa avanti nell’atmosfera è, allo stesso tempo, carico di morte e di speranza, e su di esso si proietta la voglia di ricominciare della protagonista. Aver vinto un viaggio per il pianeta sconosciuto, e quindi la possibilità di conoscere quale destino è stato riservato alla propria se stessa, costringe Rhoda ad una scelta, la più importante della propria esistenza.
La macchina da presa indaga lo sguardo della giovane con delicatezza, ne svela il corpo lentamente, ci rende partecipi della sofferenza di cui l’opera intera è intessuta.
È una pellicola fatta di silenzi che raccontano solitudini interiori, volti che esprimono il desiderio di amore che accomuna ciascuno di noi.
L’interpretazione degli attori è magnifica e rimane impressa ben oltre la durata del film. Aperto alle più svariate interpretazioni il finale, perturbante quanto basta per lasciare lo spettatore con un sano senso di inquietudine.
Another Earth è sicuramente una sorpresa di questa stagione cinematografica, un film che parla attraverso un linguaggio universale di perdono e redenzione.
Fonte: http://www.controcampus.it
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